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Father Fucker di Uchida Shungiku con la cura artistica di Maria Gioia Vienna

TRAMA

Shizuko, la protagonista che nel romanzo seguiamo dall'infanzia fino all'adolescenza, vive la più infelice delle esistenze: ha una madre che non la ama, un patrigno che si rende reo di abusi sessuali nei suoi confronti scippandole l'innocenza, un padre naturale del tutto assente. In questo clima morboso, asfissiante, Shizuko veleggia sulla vita con molto dolore ma anche tanta voglia di reagire, rifugiandosi nella dimensione del sogno. E affronta prove durissime con pacato disincanto, senza autocommiserazione: la violenza sessuale, un aborto a sedici anni e infine la liberatoria fuga da casa.
 

EDIZIONE

MARSIGLIO EDITORE - COLLANA FARFALLA - LUGLIO 2003

RECENSIONE

“La voce del mio patrigno che mi chiamava come se fosse un fidanzato era per me più raccapricciante dei lamenti di un mostro. A pensarci ora, aveva la voce rotta dal desiderio”
Questo libro è letteralmente un pugno nello stomaco da toglierti il fiato ed è davvero Irritante al punto tale da farti innervosire ma tenerti incollato alla lettura nella speranza che quella situazione finisca o che la protagonista prenda una decisione che gli cambierà la vita, la storia parla di questa famiglia giapponese formata dalla protagonista, da sua sorella e sua madre, il padre naturale della protagonista è assente o si vede di rado nella vita di queste tre persone, e s’intrufola una quarta persona, il patrigno che, dalla sua comparsa, si comporta da despota, sia nella vita della protagonista che nelle vite degli altri due membri della famiglia. Da lì in poi la vita della protagonista sarà un calvario continuo, già lo è stata dalla sua nascita con la madre che la incolpa d’essere uguale al padre naturale, che le ha lasciate da sole per non prendersi le responsabilità, la protagonista ne passa di tutti i colori senza qualcuno che s’intromette e facesse smettere quelle situazioni, dalla prima esperienza del rapporto sessuale, la scoperta della maternità, l’aborto che è la parte massima dell’irritazione di cui parlavo prima e i numerosi rapporti sessuali avuti con il patrigno, sino alla decisione estrema di andarsene di casa. L’autrice rende gli uomini in questo libro degli opportunisti, malati di sesso e prepotenti soprattutto individui sì cui non si può fare affidamento, accanita sostenitrice del “ noi donne non abbiamo bisogno dell’uomo per sopravvivere, l’uomo servo solo per fecondare l’uovo nelle ovaie” e detta in un paese, Il Giappone dove i maschi regnano incontrastati sulle donne è tutto dire, anche se mi fa un pò strano perché gli estremismi da ambe due, le parti( mi riferisco al maschilismo e al femminismo) m’irrita non poco, va bene che questo è un romanzo autobiografico con il cinquanta percento d’autobiografico e l’altro cinquanta è romanzo. La famiglia della protagonista è completamente terrorizzata da nuovo compagno della madre che dal canto suo gli lascia fare ciò che vuole, anche le cose più cattive solo per non essere picchiata come insultare Shizuko ( la protagonista) definendola imbecille o “bagascia” o altre cose che sono successe nel libro. Questo racconto, è svolto in prima persona quindi è la stessa protagonista ormai grandi ripercorre la sua infanzia sino alla fuga, una ragazzina in fase di crescita, ma ancora piccola mentalmente che ha dovuto scoprire il mondo tutta sola, ci racconta uno spaccato della Società giapponese e del fatto che molte donne rimangono con uomini violenti solo perché poter illudersi di cambiare queste persone o perché credono che di non poter sopravvivere senza la figura maschile o semplicemente per paura per la persona stesse o per i figli, cosa che è tuttora attuale e con la forte emancipazione della donna, molti uomini non riescono ad accettare e cosi ogni volta si sente un femminicidio, non solo in Italia ma nel resto del mondo ( specialmente dove esiste il concetto l’emancipazione).
Un libro che mi ha tenuto incollato per tutta la lettura dell’inizio alla fine e con la finezza di particolari tanto da innervosire nelle scene più cruente e inorridire quando descrive come e cosa è un aborto al sesto mese di gravidanza o quando descrive i rapporti con il patrigno. Mi piacerebbe leggere qualche manga di quest’autrice che non è solo una scrittrice ma anche una disegnatrice di manga, e da alcuni manga e racconti sono stati tratti un anime e un film per il cinema proprio su questo racconto. Alla fine della lettura avevo la testa confusa che voleva comprendere tutto quell'astio per l’uomo come individuo e lo stomaco in subbuglio da tutta l’irritazione provata leggendo il romanzo.
Do un 9 al libro che è riuscito nel suo intento.

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