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La ragazza scomparsa di Jiro Taniguchi con traduzione di Dario Severini


 TRAMA : Shiga fa il guardiano di un rifugio sulle Alpi giapponesi, ma deve abbandonare le sue montagne per addentrarsi nella giungla della metropoli alla ricerca di una giovane scomparsa in uno dei quartieri più malfamati di Tokyo. Taniguchi continua a parlare di uomini in lotta, ma questa volta la natura è quella urbanizzata, e l'uomo combatte non con gli elementi ma con il suo simile. Il noir rivisto da uno dei più grandi e celebrati autori di manga.


EDIZIONE: Coconino press 12-04-2008


RECENSIONE: Un uomo che lavora come guardiano di una baita protetto dalle sue montagne scende a valle per cercare una ragazza scomparsa, figlia di un suo amico alpinista morto quando la ragazza aveva solo tre anni. Per lei l'uomo inizia ad investigare e addentrarsi nella giungla della metropoli di Tokio scontrandosi con i problemi della società giapponese, tema molto presente nelle storie di Taniguchi, il personaggio di Shiga è molto complesso, si sente in colpa sia per il fatto che non è andato con il padre della ragazza, nell'ultima scalata da parte dell'amico sull'Himalaya ma anche per aver provato invidia nei suoi confronti. Quindi per espiare le sue colpe obbedisce alle ultime parole scritte nel taccuino dell'amico che gli affida la famiglia. La ragazza che si sente trascurata dalla madre e cerca di attirare l'attenzione su di se facendo cose che lei di solito, venendo rapito dal direttore di una multinazionale di elettronica. Tutta la parte della scalata dell'edificio, secondo me, è la parte più bella della storia senza togliere al resto della storia. Li si vede proprio il personaggio scontrarsi contro l'impossibile, scalare una parete e liscia senza fessure a cui appendersi. La cosa curiosa sono le onomatopee sono tutte in lingua giapponese che di solito si usa onomatopee in lingua americana. La mia seconda graphic novel che leggo e ho visto che l'impaginazione di questa storia è nello stile orientale rispetto alle altre opere che sono allo stile occidentale. I disegni sono sempre uno spettacolo per gli occhi, un tratto stilistico molto pulito e privo di sbavature, molto interessante gli sfondi di montagna.

Il mio voto per la storia è 8 mentre per il disegno è 10



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